lunedì 25 novembre 2013

Intervista allo scrittore fiorentino Fabrizio Ulivieri autore de IL SORRISO DELLA MERETRICE ebook su Amazon









Intervista Di Ilaria Gelichi

IL SORRISO DELLA MERETRICE Amazon
http://www.amazon.it/SORRISO-DELLA-MERETRICE-Fabrizio-Ulivieri-ebook/dp/B00FQF6NN2


          1)  La domanda classica: com'è nato il libro?

E’ nato dalla pancia. Non dal cervello. Lo stomaco è un secondo cervello a tutti gli effetti. E’ in grado di pensare in modo indipendente dal primo cervello, quello della scatola cranica, per intendersi.
Per questo il libro ha toni cupi, scuri, il secondo cervello – lo stomaco – lavora nell’oscurità ed in silenzio. Come la materia fecale anche i protagonisti cercano una via di uscita. Un lumen al di là dell’orifizio da cui comunicano fra il loro mondo interno e quello esterno.
E’ un libro nato soprattutto dalla fine di una storia d’amore, passionale ma negativa a causa di una donna che apparentemente sembrava cattiva ma pensavo fosse buona ed in realtà era cattiva pur sembrando buona.
Una donna di pancia. Dai sentimenti basici: mangiare bere, scopare e defecare. E poco più...

               2)  Comunque nel libro ci sono spesso riferimenti all’Amore, alla impossibilità dell’amore e tuttavia pare che vi sia una ricerca intensa dell’Amore

Sì l’Amore è il lumen che intravedono i personaggi attraverso l’orifizio che rischiara la vita di nicchia di questi personaggi negativi, di pancia. E’ l’unico sentimento che potrà farli uscire dall’oscurità. Vivono un mondo borderline (sfinterico): fra la disperazione indolore del loro buio (il Nulla) e l’Amore che li potrà forse riscattare, ma è come se lo vedessero da un minuscolo pertugio attraverso il quale non riescono a passare

        3)  Le donne sono spesso dipinte in modo negativo

Non è un modo negativo. E’ un modo per ristabilire i ruoli. La negatività apparente della donna che scaturisce dal libro la riporta al suo ruolo archetipico di donna: donna madre, donna preda e oggetto di scambio, donna puttana, donna tentatrice, donna come oggetto incomprensibile oltreché sessuale…archetipi che male sono conciliati con l’avanzamento del ruolo moderno della donna. Oggi c’è davvero troppa confusione di ruoli. Gli archetipi almeno ci fanno capire il punto di inizio da cui siamo partiti ed a cui apparteniamo ed apparterremo per sempre. L’origine è in noi e non ci abbandona. E’ come l’etimologia delle parole: nel tempo si dilata il significato ma l’origine rimane


        4)  E’ un libro apparentemente semplice ma denso

E’ un libro che vorrebbe far pensar, prima di tutto. Spero di esserci riuscito


        5)  Perché microracconti?

E’ la lezione dei socialmedia: di Facebook, di Twitter. I contenuti vanno visualizzati più che letti. Perciò mi sono imposto tempi di lettura brevi. La cosa che mi ha stupito è che via via che scrivevo i racconti e li postavo sul blog rimanevo sorpreso dal fatto che la maggior parte dei cliccatori/visualizzatori/lettori fossero dagli Stati Uniti, dalla Russia e dall’Ucraina e Giappone. Addirittura ho avuto conferma di avere lettori che mai leggono libri o solo rarissimamente. Certamente questo credo sia dovuto alla brevità dei tempi di lettura del racconto che permetteva anche a chi magari aveva difficoltà di lettura per testi lunghi di affrontare invece un testo mini…

6)   Cosa ne pensi dei lettori ed editori italiani

Dei lettori non saprei cosa dire, se non che la maggioranza ha un gusto globalizzato e visual. Si preferisce vedere anziché pensare. Leggere dovrebbe indurre a pensare e non tanto a “vedere”. Ma viviamo nell’era dei socialmedia dove l’immagine è più importante del contenuto.
Degli editori italiani tutto il male possibile. Provinciali, miopi, incapaci di guardare al di là del neorealismo che ancora domina nella piccola cultura italiana: dalla letteratura al cinema alla politica. Se si pensa che una delle più grandi scrittrici italiane viene considerata la Ferrante…

7)   Che aspettative hai sul tuo libro

Aspettative non ne ho molte. Senza un grosso editore alle spalle non si va lontano. Ma il libro è costruito secondo il mio modo di vedere, secondo i miei canoni: scrivere per creare, conoscere e combattere. Un libro che spinge a pensare. Che ti urta, che ti trasporta in paradiso ma anche all’inferno…




8)   Il rapporto dell’autore con la città di Firenze. Tu citi spesso Firenze nei tuoi libri.


Sì, la cito spesso. Cito spesso le sue librerie, i suoi caffè, i suoi cinema, i suoi ristoranti…Firenze, anche se talora mi soffoca, è una città internazionale, affascinante, seducente, sexy…Certe sere d’inverno quando è buio e fa freddo camminare per le sue strade, osservare i colori, sentire gli odori ti fa camminare in un mondo di fiaba. I miei amori, le mie amanti, i personaggi dei miei libri nascono qui e muoiono qui.
Ne “Il Sorriso della Meretrice” c’è un microracconto interamente dedicato al caffè Strozzi, uno dei luoghi di Firenze da me preferito

9)   Progetti per il futuro.

Sto lavorando ad un romanzo, il titolo al momento è “Un Cattivo Soggetto”. Ma contemporaneamente proseguo nella scrittura di racconti, miniracconti e miniriflessioni…come pure in riscritture di testi già pubblicati che mi spingono ad esplorare nuovi territori e a fare esercizi di stile e di trama molto interessanti per la costruzione di un romanzo.
Parlo solo attraverso racconti. Se ho critiche da fare alla società, alla politica, alla cultura le faccio scrivendo racconti…io credo che sia arrivato il momento di smettere di lamentarsi. Viviamo in un paese di lamentoni incapaci di dare soluzioni perché non le hanno e nemmeno le cercano. Lamentarsi è facile, trovare soluzioni è difficile. La classe politica è questa: il peggio che si poteva avere. Allora non ci restano che due strade: o prendere i fucili e buttarla giù o fare ognuno al meglio quello che sa fare cercando nel proprio lavoro fatto bene e con coscienza le soluzioni che la classe politica non ci dà e non ci darà mai.